Giovanni Mariani nel suo laboratorio Negli anni 1943-1945 e in pieno svolgimento il secondo conflitto mondiale. È a partire da quegli anni che inizia la nostra storia, dal momento in cui il giovane Giovanni Mariani non ancora raggiunta l’età di dieci anni, vive l'esperienza del suo primo contatto con la radio. Avere una radio in casa durante la guerra e sintonizzarla su una stazione proibita dal regime, poteva creare grossi problemi a tutti i componenti della famiglia con la polizia fascista e con i tedeschi senza contare il rischio di una soffiata da parte di qualche zelante cittadino collaborazionista.

Per reati di questo genere, in cui era insito il sospetto di simpatia verso alleati e partigiani, erano previste pene che andavano dall'olio di ricino con ausilio di manganello, fino alla deportazione in campo di concentramento. La radio veniva quindi ascoltata solamente nella assoluta certezza di non essere visti o uditi da nessuno. Allora tutta la famiglia si riuniva intorno alla radio (magari durante il coprifuoco) che con il volume ridotto ad un filo di voce veniva sintonizzata su Radio Londra le cui trasmissioni si aprivano con una serie di suoni percussivi che ricordano molto da vicino le prime quattro note della Quinta Sinfonia di L.W. Beethoven. Certamente per chi ha vissuto quei momenti, quelle note suonano tuttora in modo singolare e cosi e per Mariani che ne mantiene un vivo ricordo.

Radio Londra aveva una enorme importanza anche per un'ulteriore particolarità, quella dei cosiddetti "messaggi speciali " che erano istruzioni in codice per combattenti e partigiani mascherate sotto forma di frasi apparentemente prive di importanza. Per il bambino queste trasmissioni erano prive di qualunque significato, data la giovane età, tuttavia alcuni frammenti di esse sono rimasti impressi nella sua memoria di adulto. In particolare egli rammenta una frase dei messaggi speciali: "La neve e bianca". Giovanni, naturalmente, viene attratto dai giochi con i coetanei e da altre meraviglie della sua gioventù quali biciclette, armi motori aeroplani ecc. ma sempre più il suo interesse e catturato dalla fantastica scatola da cui escono musica, voci e piena di strane lucette che si intravedono all'interno. Ogni volta che ne vede una, si domanda come la radio possa funzionare e il suo più grande desiderio diventa quello di scoprirne i segreti. Senza forse essere consapevole, getta le prime fondamenta del suo futuro da adulto. Ascoltandolo parlare di questo periodo della sua vita, si comprendono chiaramente le emozioni che animarono il bambino davanti a ciò che per lui possedeva il fascino del magico, dell'inspiegabile, del prodigioso.

La guerra ha finalmente termine e Giovanni divide le sue giornate fa i giochi all'aria aperta con gli amici e l'aiuto al padre Silvio nel suo negozio di riparazioni per biciclette. E' in questo contesto che si manifestano le attitudini pratiche del ragazzo per le questioni elettriche. Infatti più che occuparsi di problemi meccanici che pure lo interessano, egli si dedica a cercare di comprendere il funzionamento dei dispositivi elettrici delle biciclette come il fanale, la dinamo, i collegamenti fra i vari apparati Mariani ricorda quasi con affetto le sue esperienze con le dinamo che scopre poter funzionare come motore elettrico applicando ai loro morsetti una tensione alternativa ricavata da un trasformatore. Costruisce cosi un piccolo ventilatore che mostra con orgoglio agli stupefatti amici Nella piccola stanza dove sperimenta e costruisce, accade spesso che a causa di un'accidentale cortocircuito venga a mancare la corrente elettrica. Per riavere l’elettricità, occorre ogni volta sostituire i fili fusibile della valvola di sicurezza dell’appartamento alla luce di una candela. Una bella scocciatura per un giovane che sta facendo esperienza di elettronica e che per arrivare ad avere qualche risultato di cortocircuiti ne deve certamente mettere in conto parecchi. E, cosi che nasce nel ragazzo l'idea di disporre di qualcosa che sostituisca la vecchia valvola a fusibili e che permetta di ripristinare la corrente elettrica con il semplice azionamento di un interruttore. Il dispositivo naturalmente deve staccare automaticamente la corrente ad un determinato amperaggio esattamente come la vecchia valvola. Partendo dalla conoscenza pratica del principio dell'elettromagnetismo e dalla struttura di un avvisatore di chiamata telefonica Giovanni costruisce una piccola elettrovalvola dotata di bobina avvolta rigorosamente a mano su nucleo di ferro e di una levetta che azionata ripristina il passaggio della corrente elettrica. Questa elettrovalvola esiste ancora assieme ad altri strumenti autocostruiti. Tutto viene conservato con affetto ed una certa gelosia dal proprietario.

Per i primi esperimenti da autodidatta con le radio a galena, Mariani trova i pezzi necessari (detector condensatori variabili, bobine, cuffie ecc.) nei mercatini dell'usato, molto fiorenti nell'immediato dopoguerra. Come ricompensa per la pazienza e la passione infuse negli esperimenti, ottiene la soddisfazione di ascoltare in cuffia le sue radio a galena nonostante, come già menzionato, in casa sia presente un apparecchio radio dotato di valvole e altoparlante. Assieme all'amico Umberto costruisce una radio a galena corredata di una lunga antenna fissata sul tetto di casa e si accorge che il volume della radio di un vicino, chiaramente udibile nell'ampio cortile interno della casa, viene meno tutte le volte che la sintonia della sua galena coincide con quella dell'apparecchio del vicino. Trovando la cosa inspiegabile ma molto divertente, i due amici persistono nel togliere ripetutamente il segnale alla radio della loro vittima. Ovviamente quando il coinquilino si rende conto della provenienza del "disturbo di ricezione" non si fa scrupolo nel protestare vivacemente verso i suoi persecutori che intanto si sbellicano dalle risate.

Un curioso episodio del periodo post bellico di cui Mariani racconta per la sua particolarità, e quello della "fiamma canterina". Accade in una mattinata come tante altre in cui Giovanni ha avuto dalla madre il compito di fare bollire una pentola di acqua per preparare il pasto. Improvvisamente egli sente distintamente cantare una canzone, ma poiché e solo nella cucina di casa non capisce subito da dove proviene la musica. Poi, stupefatto, si accorge che i suoni provengono dal fornello. A "cantare" insomma e la fiamma del fornello su cui bolle l'acqua. Il fenomeno dura per alcuni secondi e svanisce quando il ragazzo si avvicina incuriosito. Soltanto molti anni più tardi potrà dare un senso all'accaduto trovandone spiegazione scientifica Su un libro che tratta di analoghe esperienze vissute da altri. Nella famiglia Mariani, dal nonno materno Pietro al padre Silvio, l’arte dell'arrangiarsi e quasi una regola. Appena terminata la guerra in località Torre Maina, ove viveva facendo il mugnaio, il nonno Piero colloca un lungo filo di antenna consentendo a tutta la famiglia l'ascolto in cuffia della radio a galena ad asso connessa.

Un altro importante avvenimento per la piccola borgata e l’installazione di una grossa dinamo collegata meccanicamente al mulino ad acqua del nonno materno che fornisce l'illuminazione alla sparuta comunità. Giovanni sempre più appassionato per la radiotecnica, inizia a frequentare un conoscente autocostruttore di ricevitori sia a galena che monovalvolari e successivamente la cantina di un tecnico professionista che qui svolge il lavoro di riparatore di apparecchi radio con l’ausilio di un tester, un oscillatore come veniva chiamato l'antenato dell'odierno generatore di segnali ) ed un provavalvole. La conoscenza con il tecnico Ermanno Vellani, e il nome del professionista di cui parliamo, rappresenta una svolta importante nella vita di Giovanni, al punto da far nascere tra i due una amicizia che durerà per molti anni. In questa cantina-laboratorio Mariani apprende i primi rudimenti della materia che diventerà il suo pane ed in cui riuscirà a primeggiare. Nel 1948 si iscrive all’istituto Tecnico Industriale "FERMO CORNI" di Modena conseguendo alla fine del corso il diploma di Perito Tecnico Industriale.

Durante il quinquennio, viene premiato con due borse di studio nel terzo e nel quinto anno di frequentazione, cosa che oltre ad inorgoglire tutta la famiglia? gli consente di comperarsi un vestito nuovo. Diviene amico di Gaetano Cappi anche lui impegnato nello stesso corso di studi con il quale instaura un rapporto di amicizia che cresce alla luce della comune passione per la radiotecnica. I due amici iniziano una interminabile serie di esperimenti sulla radioricezione e sulla radiotrasmissione senza calcolare le esperienze nel settore della televisione che in quel periodo era in pieno sviluppo nel nostro paese.

Per effettuare le misure elettriche necessarie alla verifica dei circuiti in prova, Mariani costruisce un oscillatore RF a valvole dotato di tre bande di frequenza portanti, tre frequenze modulanti in BF ed un ingresso esterno di modulazione. Costruisce poi un tester elettronico valvolare in grado di effettuare misure di tutte le principali grandezze elettriche. Altri due strumenti realizzati in proprio ed utili alla sperimentazione, oltre che alla riparazione, furono un amplificatore video a larga banda ed un preamplificatore a pentodi che raggiungeva un guadagno di 60db.All'incirca un anno dopo aver conseguito il diploma di Perito Industriale, Mariani viene assunto dalla ditta Pietro Messori come corresponsabile della assistenza tecnica. Otto mesi dopo si licenzia ed assieme all'amico Cappi avvia una attività in proprio aprendo un negozio in corso Canal Chiaro a Modena dove i due soci vendono ai clienti apparecchiature radiofoniche e televisive fornendo anche servizio di riparazione per le stesse.

Alcuni anni dopo i due amici sentono parlare per la prima volta di alta fedeltà. Occorre ricordare che '"alta fedeltà" e una terminologia nata in America nella seconda meta degli almi trenta e che in Italia tale denominazione di determinate apparecchiature audio ha preso piede verso la fine degli anni cinquanta La "alta fedeltà" incuriosisce molto i due amici che hanno modo di ascoltare insieme, per la prima volta la stereofonia a Milano presso la sede della Philips. E' in questo periodo che Mariani inizia ad apprendere nozioni tecniche riguardanti la HI-FI da riviste specializzate del settore, come la americana "Popular Electronics" e l' italiana "AIta Fedelta". I suoi primi esperimenti con circuiti HI-FI (in senso stretto) sono ispirati a schemi pubblicati da tali riviste. Fra i dispositivi che Mariani costruisce, figurano tipologie di apparecchiature che sono tuttora presenti sul mercato della HI-FI, come amplificatori integrati a valvole, cross-over attivi valvolari, casse acustiche a sospensione pneumatica.

A proposito di casse acustiche e di controllo dei carichi reali da parte degli amplificatori scopriamo, non senza sorpresa, che il protagonista della nostra storia conduceva esperienze sulle controreazioni di tensione e di corrente positive e negative già dai tempi del suo primo laboratorio. Il controllo del campo attraverso la scelta di un opportuno fattore di smorzamento o, se lo si preferisce, attraverso una particolare quantità del fattore di controreazione, costituisce tuttora argomento di torte interesse e di acceso dibattito fra i progettisti di amplificatori di tutto il mondo. Mariani non solo comprende l'importanza di queste tecniche e le applica ai suoi amplificatori, ma addirittura arriva ad appesantire l'equipaggio mobile dei woofer che monta sulle sue casse acustiche allo scopo di abbassare la frequenza di risonanza in aria libera. Sono tecniche attualissime e costituiscono la base progettuale di tanti apprezzati e famosi apparecchi. Ciò che lascia un poco perplessi e che molti progettisti presentano le tecniche sopra nominate come fossero una scoperta attuale e frutto del loro personale ingegno.

Nella seconda meta degli anni Sessanta Mariani e Cappi allestiscono quella che con ogni probabilità e stata la prima sala dedicata all'ascolto dell'alta fedeltà nella città di Modena. In questa sala i clienti avevano la possibilità, divenuta solo più tardi di comune utilizzo, di comparare tra loro un certo numero di apparecchiature e di diffusori. Curiosamente, la selezione dei componenti da valutare, veniva effettuata tramite un apparecchio telefonico opportunamente modificato per l'uso da Mariani. Il falso telefono era posizionato su un tavolino di fronte a due comode poltrone, il tutto con l'obbiettivo di mettere a proprio agio il cliente. Dopo cinque anni, i due soci si separano e Mariani si dedica ad una attività più strettamente commerciale aprendo un negozio in Largo Garibaldi.

Formata una nuova società nel 1973 inaugura in Corso Canalgrande il "il Centro Foto Cine Stereo" successivamente rinominato "Audio Canalgrande". Nello stesso tempo viene aperto un negozietto in via Ciro Menotti dove le attività di vendita e consulenza vengono gestite per intero dal solo Mariani che nel 1976 cede tutte le sue attività commerciali ed entra in qualità di socio e responsabile tecnico in una nuova ditta la quale nel giro di poco tempo avrebbe acquistato notevole autorevolezza ed importanza all'interno del mercato Hl-FI. La società di cui era presidente Maurizio Rossi si chiamava "Audio Consultants".

Descrivere un mito e cosa difficoltosa già di per se figurarsi per chi ha avuto la fortuna di farne parte in qualità di tecnico come chi scrive queste righe. Spero si perdonerà allo scrivente una evidente tendenza "di parte" verso tutti coloro che seppero dare vita con passione ad una ditta dove competenza e qualità erano la regola. La stessa passione che animò Giovanni da bambino di fronte ai primi rudimenti della radiotecnica, riaffiora anche in questo contesto ed e motivazione principale dell'entusiasmo che pervade i suoi collaboratori i quali hanno la possibilità di accrescere notevolmente la propria professionalità ed il proprio bagaglio tecnico sotto la sua guida.

Fra le responsabilità che lo competono, vi e quella di seguire la linea di assemblaggio della SAE EUROPA dove vengono costruiti alcuni dei modelli SAE più prestigiosi oltre alla linea pre/finale AUDIOMETRIC. La "Audio Consultants" ha importato nel corso della sua attività commerciale prodotti di ottima qualità fra cui vogliamo qui ricordare i marchi Treshold Audiometric e SAE per quanto riguarda finali di potenza, preamplificatori, processori, OTARI per registratori e duplicatori di cassette professionali DBX per compressori/espansori di dinamica e riduttori di rumore nella registrazione armatoriale e professionale, ALLISON, e ESS per i diffusori, Dynavector per le testine fonografiche.

La "Audio Consultants" chiude i battenti nel 1981 e Mariani negli stessi locali che avevano ospitato questa azienda allestisce un laboratorio di assistenza tecnica in particolare per gli apparecchi commercializzati da questa ditta. Naturalmente nell'ambito di questa attività si ritrova ben presto a riparare apparecchiature dei più noti ed importanti marchi di fama mondiale fra i quali alcuni valvolari che destano nel nostro tecnico un notevole interesse.

Una domenica mattina, nell'Aprile del 1982, si svolge a casa Mariani una interessante discussione riguardante le prestazioni sonore dei componenti attivi impiegati nella realizzazione di amplificatori HI-FI. vale a dire valvole e transistori. L'incontro mette a confronto le diverse opinioni dei tre amici G. Mariani, G.Tusini e M.Rossi Viene quindi proposta da Mariani la costruzione di un amplificatore valvolare che comprovi la veridicità delle sue opinioni riguardo a tale argomento. L'amplificatore prototipo, sarebbe stato dotato di collegamenti interstadio in continua e avrebbe avuto accoppiamento diretto con il carico esattamente come avviene in ogni buon amplificatore impiegante transistori. II confronto fra un apparecchio a semiconduttori e il prototipo valvolare proposto, avrebbe avuto quindi un senso molto preciso dal momento che le architetture circuitali sarebbero state volutamente equivalenti ma i due amplificatori avrebbero montato uno transistori e l’altro valvole. L'esperimento avrebbe quindi messo in evidenza la responsabilità dei soli componenti attivi nelle prestazioni sonore dei due apparecchi.

Risolte le notevoli difficoltà circuitali obbligate dall'ambizioso progetto, Mariani assistito da G.Tusini a meno di un anno dall'incontro con gli amici riesce a provare la supremazia "sonica" delle valvole rispetto ai transistori realizzando il suo primo amplificatore OTL-OCL, precursore del futuro GRAAF GM200. Successivamente vengono costruiti quattro finali monofonici da 400 Wrms e tre finali stereofonici da 200+200 Wrms che possiedono le caratteristiche tecniche principali del primo prototipo. Sono cioè valvolari OTL-OCL e i vari stadi sono tra loro accoppiati in d.c. Inoltre molti dettagli circuitali sono innovativi e totalmente inediti.

La comparsa di questi amplificatori costruiti a mano con cura certosina, impieganti componentistica selezionata e di cosi raffinata progettazione cui si uniscono ottime prestazioni sonore, suscita un grande interesse tra gli audiofili locali. Un gruppo di questi ultimi nei quali ritroviamo oltre al P.I. G.Mariani, il P.I. G.B.Tusini, il dott. V.Tortolani, il dott. A.Generali ed il P.I. M.Mazzini, pensano di costruire una società avente lo scopo di commercializzare i nuovi inediti valvolari fra cui anche un preamplificatore. Nasce cosi nel Dicembre del 1985 la GRAAF s.n.c. acrostico di Gruppo_Ricerche_Audio_Alta_Fedelta.

Alcuni soci sono cambiati, ma le responsabilità e le attitudini di Giovanni Mariani sono rimaste le stesse. Quelle di progettista e di ricercatore. ,E questa è per il momento la fine della nostra breve storia, una fine che pero appartiene solamente a queste righe, perché nella realtà siamo tutti certi che l'estro e le qualità di Giovanni Mariani ci riserveranno ancora molte sorprese, per il piacere degli audiofili di gustare sempre meglio la più nobile delle arti, la musica.


                                                                                                                                                                                            Maurizio Dondi

 


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